Mattone selvaggio anche i costruttori lanciano l’allarme

Anche questo è un piccolo ‘miracolo’ di Berlusconi. Non si era mai vista un’associazione di categoria mettere addirittura un freno ai progetti di liberalizzazione selvaggia del governo. Di solito le lobby imprenditoriali chiedono meno regole e più libertà. E di solito i governi fanno di volta in volta quello che possono, mantenendo però una certa fermezza sul rispetto delle regole e sui controlli. Stavolta, invece, è accaduto il contrario: il governo ha proposto di far saltare quasi tutti i lacci sull’edilizia, lasciando piena libertà di movimento ai costruttori. Così l’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili presieduta da Paolo Buzzetti, ha potuto permettersi di fare la parte di chi ha a cuore anche il rispetto dell’ambiente, delle norme urbanistiche e dell’autonomia delle regioni e dei comuni, che sarebbero in buona parte bypassate dal provvedimento che l’esecutivo ha annunciato.

Tutto ciò è potuto accadere perché il governo ha prospettato una liberalizzazione così drastica che mai nessun costruttore ci avrebbe scommesso un euro: fine della licenza di costruzione, sostituita da una certificazione del progettista; possibilità di aumentare del 20 o del 30 per cento (a seconda dei casi) la superficie e la cubatura di un edificio; possibilità di abbattere e ricostruire un immobile edificato prima del 1989; più tante altre piccole cose che facilitano i ‘palazzinari’.
Un Far West delle costruzioni, insomma, tanto che subito molti urbanisti e architetti sono insorti (sul sito di Repubblica.it è addirittura in atto una raccolta di firme per dire di no a questa riforma, che sarà all’esame del prossimo consiglio dei ministri questa settimana). Massimiliano Fuksas l’ha definita la "resa dello Stato". Uno Stato che viene giudicato da questo governo totalmente incapace di funzionare e perciò ‘disattivato’ a monte.
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