certificazione energetica Opinioni


C'è una logica, del tutto condivisibile, nella nuova normativa sulla certificazione energetica, compiutamente illustrata nell'importante convegno organizzato dal Collegio Notarile di Parma al Centro Cavagnari. Ma c'è una scommessa, dalla quale dipende il raggiungimento degli obiettivi.
La logica è nel rendere le case non più fonte di inquinamento e di spesa, ma strumento di risparmio energetico. Le nuove case nulla hanno a che vedere con quelle costruite negli anni '70, e prima ancora. Allora si realizzava l'edificio, poi si decideva come riscaldarlo e quanta energia occorreva. Ora il percorso è inverso, la progettazione deve tener conto del risparmio da realizzare; la struttura, i materiali, gli impianti vengono decisi in funzione del risultato, che non è una scelta del costruttore, ma un obbligo di legge. Su questo l'obiettivo è già raggiunto: la casa del duemila è di un'altra generazione rispetto alla sua antenata di trent'anni prima.
Ma la scommessa riguarda la percezione, per gli acquirenti di case, della maggior qualità dell'edificio che risparmia e non inquina. Per questo, da luglio di quest'anno, ogni rogito dovrà essere accompagnato dalla pagella energetica dell'immobile. Si chiama ACE (Attestato di Certificazione Energetica), prende spunto dal documento che accompagna frigoriferi e lavatrici, suddivide gli immobili in otto classi, dalla A+ (il massimo del risparmio) alla G (il massimo dello spreco).
Le perplessità riguardano l'eccesso di burocrazia, nella quale il legislatore europeo (da cui è partita la direttiva) da un lato e la nostra Regione (che ha competenza legislativa in materia) dall'altro, sono maestri. Come la gran parte di leggi regionali, ridondanti, cariche di proclami ideologici e imprecise nella parte tecnica, la legge dell'Emilia Romagna crea perplessità fra gli operatori (non è chiaro se l'ACE debba essere allegato ai rogiti e se comunque l'acquirente possa esonerare il venditore dall'onere), si pone in evidente contrasto con la Costituzione, come dimostrato dal Notaio Bevilacqua nel Convegno con l'illustrazione dell'univoca produzione della Corte Costituzionale sull'argomento, quando la Regione dispone regole che ineriscono il diritto privato, materia in cui non ha competenza. E impone un onere economico eccessivo sia con la duplicazione

fra AQE (Attestato di Qualificazione Energetica che deve produrre il costruttore ad opera di un tecnico abilitato con asseverazione del Direttore dei lavori) e ACE, due documenti che attestano le stesse cose e che potrebbero essere unificati, sia con l'obbligo di produzione di un inutile ACE anche per fabbricati vetusti e destinati alla ristrutturazione. Perché l'ACE è un documento complesso, che richiede tempi e costi, e l'edilizia, in questa fase, chiede cose diverse.
Si diceva della scommessa che accompagna il cammino di questa legge. Per vincerla è necessario che la casa ecocompatibile sia percepita come un valore. continua su gazzettadiparma.it

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