Città e metropoli

Le città metropolitane

Le più recenti tendenze dello sviluppo economico in Italia, ma non solo, mostrano una tendenziale riconcentrazione della crescita nei nodi metropolitani: essi rappresentano, oggi più che mai, le aree di maggiore densità di opportunità e di fattori di innovazione, nodi di raccordo, connessione ed integrazione tra scala globale e dimensione locale, luoghi della raccolta ed elaborazione delle conoscenze, dove è possibile realizzare sempre nuove sintesi. 
Nel Veneto i modelli da considerare sono identificabili in almeno tre “città” diverse.
La prima è la città formata da Venezia e Padova e dal territorio compreso tra le due; la seconda la città di Verona da leggere anche nelle strette relazioni con il territorio lombardo. Questi due modelli di città presentano caratteristiche comuni per il ruolo che svolgono rispetto al territorio circostante e per le problematiche che oggi, ma ancora di più nei prossimi anni, sono chiamate ad affrontare. In particolare la progressiva trasformazione e riqualificazione delle aree centrali, produttive e residenziali, nelle quali ancora oggi si aprono ampie prospettive e possibilità di valorizzazione e incremento del ruolo urbano. I destini delle tre aree produttive, Marghera, la ZIP a Padova e la ZAI a Verona, ancora oggi aperti costituiscono un tema rilevante per le dimensioni estese, per la localizzazione, per gli investimenti necessari per una reale riqualificazione, per i benefici in termini di servizi ma anche economici che ne possono derivare. Altro tema è costituito dai comuni di cintura nei quali è ancora forte la pressione residenziale e anche produttiva e che rischiano di diventare una periferia estesa nella quale riversare funzioni che la città capoluogo non riesce ad accogliere.
Diverse le tematiche da affrontare in relazione alla città estesa che si innerva a partire dai nodi di Vicenza, Treviso e comprende i comuni a nord dei due capoluoghi tra i quali, di fatto storicamente e geograficamente, si è ormai creata una completa continuità urbana, in relazione alla residenzialità, ai servizi e alla produzione. Questo ambito può essere considerato come un’unica area metropolitana, derivante dalla sintesi di nuclei urbani, non tanto nel senso che non sussista più un’identità e un’autonomia di ciascuno come sistema (appunto) urbano, bensì per il fatto che è l’insieme che sostanzia la dimensione, la tipologia e il livello qualitativo delle caratteristiche e delle problematiche per le quali si ritiene appropriato l’attributo della metropolitanità.
Questa terza città contiene un alto livello di trasformabilità che è legato alla capacità del sistema di accrescere la propria produttività. Non è più pensabile infatti che il sistema cresca attraverso incrementi di dotazioni fattoriali fatte di accumulazioni di capitale che generano più strutture, più infrastrutture, più densità. 
La crescita del futuro deve essere legata molto alla qualità ambientale del territorio che è fondamentale per attirare capitale umano dall’esterno ma anche per trattenere quello già esistente. Ecco quindi che questa terza città deve migliorare il proprio sistema infrastrutturale che comprende oltre che la mobilità anche l’istruzione, la cultura e la sanità.

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