Ambiente ed energia Impiego di risorse materiali

I conti dell’impiego di risorse materiali (flussi di materia) relativi all’intero sistema socio-economico
sono elaborati dall’Istat nell’ambito della Contabilità nazionale e, in particolare, della Contabilità
satellite economico-ambientale in termini fisici. Questi conti sono entrati nei programmi della statistica
ufficiale italiana solo nei primi anni di questo secolo grazie ai finanziamenti concessi da parte di
Eurostat che ha coordinato delle applicazioni pilota, svolte sulla base di una guida metodologica
stilata da una task force europea, cui l’Italia ha partecipato attivamente. In precedenza il sistema era
stato sviluppato nell’ambito della ricerca economico-ambientale, soprattutto in Germania, quale
strumento per rispondere ai nuovi fabbisogni informativi, derivanti dall’esigenza, sempre più sentita, di
perseguire la sostenibilità ecologica dei processi socio-economici in atto.
I conti dei flussi di materia registrano i prelievi, gli utilizzi, i consumi apparenti e i fabbisogni
complessivi di materiali attivati dalla produzione e dagli utilizzi finali interni di beni e servizi. La loro
costruzione risponde alle metodologie definite in ambito internazionale e, in particolare, a quelle
codificate dall’Eurostat nella guida metodologica sopra menzionata
1
. I dati derivati da tale fonte fino
ad ora erano stati costruiti e diffusi solo per gli anni successivi al 1980. Il primo rilascio ha riguardato il
periodo 1980-1998. In seguito le serie sono state a più riprese riviste, in conformità con le più recenti
indicazioni metodologiche dell’Eurostat.
Per le serie qui presentate sono state effettuate delle elaborazioni ad hoc che hanno consentito di
predisporre una serie storica che va dal 1951 al 1979. Tale estensione - effettuata anch’essa in
conformità con la metodologia europea - fornisce gli elementi necessari per una prima valutazione
storica sulle implicazioni per l’ambiente naturale dei grandi mutamenti intervenuti nella produzione e
nel consumo degli italiani a partire dagli anni successivi al secondo conflitto mondiale. La costruzione
dei conti dei flussi di materia, dai quali sono derivati gli indicatori qui presentati, richiede l’utilizzo di un
insieme molto vasto e diversificato di dati di base, di informazioni ausiliarie e di modelli di stima. Le
elaborazioni effettuate su queste fonti sono volte a garantire la coerenza degli aggregati fisici dei conti
dei flussi di materia con quelli economici della contabilità nazionale, sia sotto il profilo del rispetto del
principio di residenza - per il quale, ad esempio, sono da includere nel conto dell’utilizzo nazionale di
materiali i combustibili acquistati all’estero dagli italiani -, sia sotto quello della completezza delle
stime e la esaustività degli aggregati.
Il calcolo del Prelievo dal territorio italiano (risorse utilizzate e inutilizzate) poggia sulle seguenti fonti:
per il prelievo di biomasse, su dati derivanti dalle statistiche Istat sulle coltivazioni agricole, sulle
foreste, sulla pesca, nonché su coefficienti agronomici relativi ai sottoprodotti e agli scarti che
accompagnano i prelievi di biomasse riportati da tali statistiche; per il prelievo di minerali energetici,
sulle informazioni derivanti dalle statistiche Istat sulle quantità estratte, dalle comunicazioni del
Ministero competente (dell’industria, delle attività produttive, dello sviluppo economico), nonché su
coefficienti tecnici per quel che riguarda le quantità inutilizzate; per il prelievo di minerali non
energetici estratti dalle cave e dalle miniere, sulle statistiche Istat sulle industrie estrattive,
sull’indagine congiunta Istat-Ministero dell’industria sulle cave e torbiere (sino al 1997), sull’indagine
statistica annuale sulla produzione industriale (a partire dal 1997), sulle statistiche Istat dell’attività
edilizia, su comunicazioni ad hoc di Anas e Ferrovie dello Stato, nonché su coefficienti tecnici e
modelli di stima costruiti ad hoc per alcune parti sia dei materiali utilizzati che di quelli inutilizzati.

Il calcolo dell’Utilizzo, del Consumo apparente e del Fabbisogno complessivo, si basa, oltre che sulle
fonti del prelievo interno, appena enumerate, su quelle dei flussi dall'estero e verso l’estero e loro
fabbisogno indiretto, ovvero sulle statistiche Istat del commercio estero, sulle statistiche Istat dei
trasporti, nonché sui coefficienti relativi ai flussi indiretti forniti da un Istituto specializzato.
Il calcolo dell’Utilizzo, del Consumo apparente e del Fabbisogno complessivo, si basa, oltre che sulle
fonti del prelievo interno, appena enumerate, su quelle dei flussi dall'estero e verso l’estero e loro
fabbisogno indiretto, ovvero sulle statistiche Istat del commercio estero, sulle statistiche Istat dei
trasporti, nonché sui coefficienti relativi ai flussi indiretti forniti da un Istituto specializzato.
Avvertenze ai confronti temporali
– Dall’anno 1990 gli indicatori incorporano le stime degli acquisti effettuati da unità residenti
in Italia direttamente all’estero e di quelli effettuati direttamente in Italia da unità non
residenti, che vanno a incrementare rispettivamente le importazioni e le esportazioni per
ottenere le voci dei flussi da e verso l’estero. Poiché le quantità aggiuntive non
rappresentano più del 2 per cento di quelle già presenti anche precedentemente, la
leggibilità dei dati in serie risulta alterata solo parzialmente. Inoltre, il saldo dei flussi diretti
da/verso l’estero ne è influenzato in maniera decisamente contenuta, mentre non è
influenzato quello dei fabbisogni indiretti, in quanto gli acquisti diretti non contribuiscono
alla loro stima.
– La qualità delle stime dei fabbisogni indiretti è migliore per gli anni più recenti, grazie alla
disponibilità di basi di dati sempre più complete che consentono elaborazioni ad un livello di
dettaglio via via maggiore. Per gli anni precedenti il 1980 si è operato al livello di 13 gruppi
di merci per le importazioni e di 14 per le esportazioni. Dall’anno di riferimento 1980 i gruppi
sono diventati alcune centinaia, questo garantisce una sostanziale omogeneità all’interno di
ciascuno di essi per quanto riguarda i flussi attivati “a monte”, ovvero i prelievi diretti
dall’ambiente naturale necessari, a livello globale, per la produzione dei beni effettivamente
importati o esportati. Si tratta di prelievi significativi dal punto di vista ambientale, perché la
parte di risorse utilizzate nei corrispondenti processi produttivi che non sono fisicamente
incorporate nei beni commerciati rimangono nei paesi produttori, trasformate in rifiuti ed
emissioni. Le simulazioni effettuate sugli anni per i quali è stato possibile operare ad
entrambi i livelli di dettaglio indicano scostamenti non superiori al 5 per cento tra i risultati
ottenuti secondo i due metodi.
– Dal 1991, inoltre, per alcuni prodotti caratterizzati da un’alta variabilità dell’intensità dei
flussi indiretti, si tiene conto anche del paese di provenienza dei beni importati. Tutte le
stime relative a questo tipo di flussi, come quelle relative ai flussi di materiali non utilizzati di
estrazione interna, vanno comunque considerate come prudenziali atte ad indicare valori
minimi certi e andamenti tendenziali dei flussi piuttosto che loro valutazioni complete.


1
La metodologia prevede la registrazione, in unità di peso, di tutti i materiali che attraversano i confini del sistema socioeconomico
nazionale, ad esclusione dell’acqua e dell’aria quando sono utilizzate in quanto tali e non vengono incorporate in prodotti (ad esempio, sono
escluse l’acqua utilizzata per l’irrigazione in agricoltura, oppure l’aria utilizzata per il raffreddamento di impianti industriali).

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