Gae Aulenti. Arte e impegno addio alla signora dell'architettura

Testata: la Repubblica Data: 02-11-2012 Autore: Francesco Erbani
Era popolare, un volto affabile, Gae Aulenti, morta ieri a Milano a quasi 85 anni, ma non era un'archistar. Geniale e libera nel tratto architettonico, non condivideva niente delle ideologie pubblicitarie e autoreferenziali dei suoi colleghi inquilini dello star system. Ha una parte importante nella storia dell'architettura italiana ed europea, si è confrontata con le mode, ma non si è fatta trascinare nella spirale consumistica. Molti suoi interventi sono stati discussi e sono discutibili, ma il segno che lascia la sua presenza è quello proprio di una borghesia colta e ispirata al senso della comunità. Gae Aulenti è nata vicino a Udine nel 1927 da genitori meridionali (padre pugliese, madre napoletana) che le hanno lasciato nel nome, Gaetana, poi diventato Gae, un segno di questa origine. Si laurea nel 1953 al Politecnico di Milano. Lavora nella redazione di Casabella diretta da Ernesto Nathan Rogers, che seguirà come assistente di Composizione architettonica. La Milano e l'Italia fra gli anni Cinquanta e Sessanta sono quelle della ricostruzione, della speculazione edilizia, ma nel capoluogo lombardo nasce anche il design industriale, che progetta e riproduce gli oggetti del lavoro e della vita quotidiana. Gae Aulenti si forma in questo clima, con Rogers che teorizza quanto nell'architettura sia forte la componente intellettuale. (...) Renzo Piano: hanno provato a farci litigare ma per me lei sarà sempre "la leonessa" di Francesco Erbani La prima donna di Milano in moto e maglione nero. Quando non era in giro per i suoi progetti, stava nella casa studio in città. "Qui Verdi ha composto il suo Requiem", diceva di Natalia Aspesi

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