Tremonti aggiusta il tiro


NIENTE PIU’ RETROATTIVITA’
Il Ministro per l’Economia Giulio Tremonti ha affermato che verrà modificato quanto previsto nel DL 185/08, che prevedeva di applicare una procedura di approvazione delle detrazioni del 55% da parte dell’Agenzia delle Entrate anche per le spese sostenute nel 2008 ma antecedenti alla pubblicazione del Decreto, c’è da chiedersi se prima di approvare delle normative le stesse vengano rilette per verificare l’esistenza di evidenti sciocchezze come questa.
Sorgono adesso dei dubbi in merito a tutti quegli interventi non ancora ultimati, ma per i quali è stato versato un acconto o più semplicemente una parte delle somme in base all’avanzamento lavori, occorrerà per questi lavori già avviati chiedere all’Agenzia delle Entrate l’accesso alle detrazioni o verranno considerati antecedenti all’entrata in vigore del decreto?
Ancora forti dubbi si hanno sulla possibilità che per il 2009 si continuino ad effettuare interventi di riqualificazione energetica, stante quanto previsto dal DL 185, che prevede che la richiesta di accedere agli incentivi debba essere fatta (per il 2009) a partire da Giugno, chi investirà in risparmio energetico se non avrà la certezza di poter usufruire delle detrazioni del 55%?
Ma proviamo a fare i conti in tasca al Governo, per capire come mai Tremonti parla di “Bancomat” per le detrazioni e della necessità che ci sia per le stesse una copertura finanziaria, facciamo un esempio per capire quanto costano all’Italia le detrazioni del 55% alla luce dell’esperienza maturata dalla RICE nelle oltre 500 diagnosi energetiche effettuate in tutta Italia:
Ipotizziamo che una persona fisica (mediamente il 95% dei nostri clienti) svolga un intervento di riqualificazione energetica che costi 10.000 € (fornitura, posa in opera e spese tecniche di progetto e di redazione attestato di qualificazione/certificazione energetica), con un’IVA che si può ipotizzare mediamente pari al 15% (10% per posa in opera e parte della fornitura, 20% per il resto), quindi complessivamente un investimento di 11.500 €.
I costi per le casse pubbliche saranno legati al mancato introito di tasse pari al 55% dell’investimento sostenuto dalla persona fisica, quindi 6.325 €.
Però lo Stato a seguito di questi lavori, che in mancanza del 55% o non si sarebbero fatti o molto probabilmente si sarebbero fatti in nero, incasserà delle somme grazie all’IVA e delle somme grazie alle tasse pagate sull’utile dalla ditta istallatrice e dai professionisti coinvolti nell’intervento.
Ipotizzando che la tassazione sulle somme incassate dalla ditta istallatrice e dai professionisti sia mediamente pari al 35% (percentuale ampiamente cautelativa come sanno tutti coloro che onestamente pagano le tasse), lo Stato incasserà 3.500 € dalle imposte, e 1.500 € dall’IVA.
In definitiva a fronte di un costo per mancati incassi dovuti alle detrazioni pari a 6.325 €, lo Stato incasserà immediatamente 5.000 €, quindi gli oltre 2.000 mln di € che a quanto sembra occorrono per coprire le detrazioni del 55% si riducono di fatto a 400-500 mln di €, per di più da “spalmare” in non meno di 3 anni e da distribuire a centinaia di migliaia di famiglie, e per un Governo che investe quasi un miliardo di euro dei contribuenti per risanare una compagnia aerea e consegnarla ad una banda di ricchi imprenditori è sicuramente un costo sostenibile.
Inoltre si fa presente che la valutazione appena svolta è ampiamente cautelativa, non tiene conto del fatto che le aliquote fiscali sono più elevate del 35% e trascura che le detrazioni del 55% si andranno a distribuire in più anni, mai meno di 3, mentre i ricavi dovuti a tassazione ed IVA vengono riscossi immediatamemente dall’Erario, con un recupero approssimativo di almeno altri 100 mln di € per lo Stato grazie agli interessi.
Infine si precisa che nelle precedenti considerazioni concorre a ridimensionare ancora di più il costo per le detrazioni del 55% a carico dello Stato la riduzione dei costi dovuti al minor inquinamento: è infatti poco noto che la principale fonte di inquinamento delle città nella stagione invernale non sono le automobili, ma le emissioni degli impianti di riscadamento. Una riduzione delle stesse grazie agli incentivi del 55% comporta quasi direttamente un numero minore di costosissimi ricoveri per patologie polmonari, oltre che un miglioramento della qualità della vita ed un allungamento della stessa.

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