Domenico Ferrari 27 maggio 2009
Il Corriere della Sera di sabato 23 Maggio, in un articolo di Paolo Conti si parla di Ambiente e Cultura.
(titolo)
LA LITE SULLA TUTELA DEL PAESAGGIO, PDL E LEGA CONTRO IL MINISTRO BONDI.
Succintamente : Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha varato un nuovo regolamento creando la Direzione per la valorizzazione e l’accorpamento della Direzione per il Paesaggio con l’Architettura, l’Arte Contemporanea e le Belle Arti.
Alla Commissione VII (Cultura) della Camera, chiamata ad esprimere un parere sul nuovo Regolamento, però, non hanno gradito più di tanto e, attraverso i Capigruppo del Pdl Fabio Granata e della Lega Paola Goisis sembra che abbiano sostanzialmente chiesto il ritorno alla autonomia della Direzione del Paesaggio. Prendo dall’articolo di Paolo Conti il virgolettato di Fabio Granata mentre si riferisce idealmente al Ministro Bondi : “…Lo chiamiamo alla coerenza restituendo alla Direzione del Paesaggio la sua necessaria autonomia, proprio per preservare al meglio, come impone l’articolo 9 della Costituzione, la più grande infrastruttura immateriale dell’Italia…”
Veramente l’articolo 9 della Costituzione recita testualmente : La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Ora è noto a tutti (spero!) che Architettura è cultura e quindi anch’essa è soggetta a sviluppo e anche a tutela……noo!!! Quindi a che titolo i signori sostenitori del paesaggio rivendicano una posizione di “autonomia” rispetto alle arti e altre forme di cultura…?? E perché, poi, con la sottintesa pretesa prioritaria?
È giunto il momento di chiarire una volta per tutte ai paesaggisti che l’Architettura non è……brutta mentre il paesaggio è bello; ai conservatori, che l’architettura del passato non è migliore della architettura del presente; ai tradizionalisti, che l’architettura contemporanea ha pari dignità della architettura della tradizione, e via dicendo.
Ancora in direzione dei paesaggisti, poi, che pensano di doversi “difendere” dall’architettura faccio invece notare che i grandi flussi turistici ( con esclusione di quelli balneari-estivi e ludico-sciistici), riguardano forse per il 70% la visita a piccole e grandi città dell’intero globo, storiche e non storiche, e solo per il restante 30% riguardano la visita ad elementi e luoghi di carattere naturale e paesaggistico, senza nulla togliere al “Paesaggio” in quanto tale…( non ci sono mai stato ma appena ne avrò l’occasione andrò a vedermi molto volentieri le cascate del Niagara e il Gran Canyon, pure io). Ma è la spocchia del privilegio che mi infastidisce, la supponenza di chi pensa di godere di carattere prioritario…bah! E quindi, in conclusione, la grande massa turistica visita le città, e le città sono la massima espressione dell’Architettura …vero??!!
Ora, permettetemi, per la serie ……citazioni,massime detti, aforismi, ecc. di prendere a prestito una frase emblematica di W. Cooper (1731 – 1800):
DIO HA FATTO LA CAMPAGNA E L’UOMO HA FATTO LA CITTA’
Non male eh?! E ……passatemi la provocazione: chi ha vinto la gara sui flussi turistici che riguardano l’intera collettività? Dio con la campagna e il paesaggio o l’uomo con l’Architettura e le città ? ho la sensazione che l’uomo civile apprezzi sempre più le “eccellenze” ma predilige quelle di natura…..antropica. Lo diceva anche Giò Ponti: chi visita Venezia non ci va mica per la laguna e anche chi visita Roma non ci va per i sette colli e neanche chi visita Parigi ci va per vedere la Senna……, semmai il visitatore potrà godere anche della contemporanea felice coesistenza tra spazio costruito e ambiente naturale. Ma questo è anche e soprattutto FARE ARCHITETTURA.
Mi sono dilungato ed è meglio che ritorno a “bomba” o meglio a Bondi.
Congratulazioni Signor Ministro, a me semra un’ottima idea quella di riunire in un’unica Direzione il Paesaggio e l’Architettura. E’ “ l’uovo di Colombo” in controtendenza, è la naturale logica delle cose, senza trionfalismi da parte di nessuno ma soprattutto senza prevalenze e senza subordinazioni da parte di chicchessia.
Ma è ora che rimuovo la “suspence” sul pensiero di Pasolini che utilizzo per un’opportuna parafrasi:
…anche i miei più fieri sperimentalismi (progettuali) non prescindono mai da un determinante amore per il paesaggio. Bisogna strappare ai paesaggisti il monopolio del Paesaggio.
E concludo per i paesaggisti (ma vale anche per i conservatori e i tradizionalisti) con una nota di Argan sull’intervento di Wright su casa Kaufman: “…adopera con sicurezza il cemento, il ferro, il vetro: per andare nella foresta non occorre vestirsi da boscaioli.”
Tratto da amatelarchitettura.com
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