BARI — Migliorare l’efficien za energetica e il carico am bientale degli edifici. Solo a queste condizioni sarà possibi le consentire in Puglia gli au menti di cubatura degli immo bili (al 20 o al 35 per cento), voluti dal governo Berlusconi per ridare slancio all’edilizia e all’economia. La legge regiona le che deve recepire l’accordo raggiunto tra lo Stato e le Re gioni è già pronta. Domani l’as sessora all’Urbanistica, Angela Barbanente, la porterà all’attenzione delle forze sociali e delle associazioni di categoria. «Vogliamo profittare dell’occa sione - dice l’assessora - per migliorare la qualità del no stro patrimonio edilizio».
I principi - La bozza di disegno di legge incamera i due principi su cui verte l’intesa Stato - Regioni (accordo necessario, visto che si tratta di una materia su cui la competenza è ripartita). Le norme consentono, dunque, l’ampliamento del 20% per gli edifici uni e bifamiliari che svi luppino al più mille metri cu bi; in questo modo l’amplia mento massimo possibile sarà di 200 metri cubi. Inoltre, sem pre secondo l’intesa, sarà pos sibile demolire e ricostruire edifici, con un incremento di cubatura pari al 35% del volu me pre-esistente. Nessuna ri modulazione al ribasso per le due percentuali (20 e 35), no nostante l’intesa le consideras se solo come limite massimo. Gli interventi saranno consen titi solo su opere dotate di «ti tolo edilizio»: escluse, come ovvio, le case abusive.
I divieti - Gli interventi di aumento di volumetria non saranno con sentiti nei centri storici e nelle zone nelle quali gli strumenti urbanistici comunali prevedo no solo operazioni di «manu tenzione ordinaria e straordi naria di restauro». Divieto di intervento edile anche sugli immobili storici e vincolati (al di fuori delle città vecchie), nelle zone sottoposte a vinco lo paesaggistico, nei parchi, nelle aree ad «elevata pericolo sità idraulica e sismica», in tut te le zone definite «protette» dalle norme regionali, statali e comunitarie.
Le maglie più strette - I Comuni, inoltre, potranno restringere ulteriormente le maglie disegnate dalla Regio ne. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della normativa re gionale e con delibera di consi glio comunale, i Comuni po tranno escludere altre porzio ni del proprio territorio dagli interventi di modifica edilizia. E questo, spiega il disegno di legge, sulla base di «caratteri stiche culturali, morfologiche e paesaggistiche». Come dire che ogni amministrazione de cide per sé (ma solo in senso più restrittivo ) sulla base del la propria storia urbanistica. Sulla stessa falsariga, i Comu ni potranno subordinare deter minati interventi di amplia mento a specifiche condizioni. In definitiva: i parametri fissa ti dalla legge possono essere inaspriti dai Comuni.
Gli interventi - Le opere di ampliamento (più 20% di cubatura) sono possibili solo se viene rispetta ta la normativa regionale che prescrive il miglioramento del l’efficienza energetica. Insom ma gli immobili ristrutturati dovranno disperdere e consu mare meno energia. Nel caso di demolizione e riedificazio ne (più 35% di volume), gli in teressati dovranno fare di più: sono obbligati a rispettare la legge regionale sull’Abitare so stenibile (numero 13 del 2008). In pratica: gli incremen ti di cubatura saranno conces si solo verranno rispettati alcu ni parametri.
I criteri - Sono cinque i criteri da ri spettare: la qualità del sito (ur banizzazione, contaminazio ne, accessibilità ai servizi); il consumo di risorse (energeti che, idriche, materiali adopera ti); carichi ambientali (emis sioni in atmosfera e scarichi fo gnari); qualità ambientale de gli interni (ventilazione, isola mento acustico); qualità dei servizi (per i diversamente abi li, aree ricreative, spazio per le bici). Ad ogni voce (in tutto so no 66) corrisponde un punteg gio. Accede al permesso di de molire e ricostruire con incre mento di volumetria solo chi raggiunge una certa soglia. Lo scopo e di «migliorare il patri monio edilizio esistente». continua su corrieredelmezzogiorno.it
Commenti