Amato o odiato. Le mezze misure non si addicono a Santiago CAlatrava, architetto spagnolo che riorganizza lo spazio ispirandosi alla natura. Lui si definisce un artista, ma è conosciuto a livello internazionale soprattutto per le sue grandi opere d’architettura. Un architetto è prima di tutto un filantropo dice a euronews.
C‘è stato un tempo in cui le città erano costruite per sempre. Oggi la logica del consumo coinvolge anche il modello di sviluppo urbano a scapito a volte della vita umana. Vedi la tragedia in Abbruzzo. L’architettura resta tuttavia il segno più concreto di una civiltà, testimone di una dimensione quasi sacra della vita dalla notte dei tempi.
euronews: Santiago Calatrava come restitutire quel senso di sacralità ai luoghi e quindi alla vita?
Santiago Calatrava:
L’architettura secondo Vitruvio, aveva tre qualità: utilitas, venustas et firmitas. Per firmitas si intendeva dire perennitas, permanenza nel tempo. Il nostro intimo è fortemente influenzato dalla visione biblica, secondo cui c‘è qualcosa di divino in ciascuno di noi. Questo vuol dire che crediamo che in ciscuna persona ci sia qualcosa di speciale, di sacro, di divino. Questo qualcosa illumina il nostro modo di intendere l’architettura. Che non è uno strumento fine a se stesso ma diventa il mezzo per trasmettere la memoria di un’epoca.
Oggi purtroppo accade sempre più spesso di associare l’architettura a concetti di tipo economico-finanziari. Si tende a fare questo tipo di ragionamento: il tempo per ammortizzare un investimento deve corrispondere al guadagno che avrei se mettessi questo denaro in banca.
È ridicolo, limitante: le opere ci sopravvivono.
euronews:
Ai Paesi che usano il volano dell’edilizia per dar fiato all’economia cosa si sente di dire.
Santiago Calatrava:
Penso che in un periodo di crisi una misura da prendere sia quella di costruire infrastrutture, nuove, moderne. È un’occasione unica per portare queste infrastrutture nelle zone meno sviluppate.
Come è accaduto in Spagna, dove la prima linea ferroviaria a alta velocità non è stata costruita per collegare Madrid e BArcellona, ma MAdrid e Siviglia. Questo pproprio per evitare che le regioni del mezzogiorno, le meno sviluppate rimanessero ai margini del Paese. Bisogna continuare in questa direzione.
euronews:
Le grandi opere, il mose a Venezia, il ponte sullo stertto di Messina, per esempio, sono contestatissime. Lei cosa ne pensa?
Santiago Calatrava:
Sono favorevole ma sottolinierei due cose. Oggi non si è più nella situazione in cui si era 30, 40 anni fa. Oggi bisogna fare opere esteticamente più belle, dall’impatto ambientale controllato. Il costo di queste infrastrutture penso sia niente di fronte ai milioni, miliardi, migliaia di miliardi che sono iniettati nell’economia per dare ossigeno a un’economia di carta, puramente amministrativa. Oggi gli stati stanno rifinanziando le banche. Cosa ci resterà di quest’operazione? Nient’altro che la possibilità, forse, di chiedere nuovi prestiti.
Per contro costruire un ponte, costruire un’autostrada, una linea ferroviaria a alta velocità, ci permette di dare un servizio ai cittadini che resta nel tempo…..E costa molto meno.
(Santiago Calatrava vive tra gli Stati Uniti e l’Europa. A New York lavora alla realizzazione del World Trade Center Transportation Hub.)
euronews:
Santiago Calatrava lei è per un’Europa fortezza o per un’Europa dei ponti multiculturali?
Santiago Calatrava:
Non c‘è nessun dubbio che sono per un’Europa dei ponti, d’altra parte è quello che faccio. La Storia dell’Europa è il risultato di legami, ponti; dagli antichi ordini fino all’università. Per me l’istituzione più importante in Europa è l’Università, che racchiude in concetto di incontro e interscambio.
euronews:
È più facile essere architetto in Europa o negli Stati Uniti?
Santiago Calatrava:
In Europa viviamo in una sorta di mix architettonico, ci sono cattedrali romaniche in cui possiamo trovare fondamenta che risalgono all’epoca romana, possiamo avere una parte gotica. Se ci spostiamo in un’altra parte delal città si ha lo stile proprio del rinascimento o quello barocco. Viviamo tra i secoli qui in Europa.
Quella statunitense è una cultura più contemporanea, del nostro tempo.
euronews:
Ground Zero, l’attaque du 11 septembre: un attacco contro la persona e contro un simbolo dell’architettura newyorkese. Cosa le ha lasciato dentro?
Santiago Calatrava:
L’uomo è al centro dell’archietettura. Se pensiamo a questi grattacieli come una sorta di container che sono stati attaccati da altri container, in cui c’erano altre persone, ciò che se ne deduce è un grande disprezzo per il genere umano. Il solo modo di curarlo è con un grande amore, con grande generosità e fede nella nostra visione della vita.
In cui ci deve essere un grande rispetto per gli altri. Rispetto esaltato dall’architettura, che tramanda la memoria. Guarda il VIDEO
C‘è stato un tempo in cui le città erano costruite per sempre. Oggi la logica del consumo coinvolge anche il modello di sviluppo urbano a scapito a volte della vita umana. Vedi la tragedia in Abbruzzo. L’architettura resta tuttavia il segno più concreto di una civiltà, testimone di una dimensione quasi sacra della vita dalla notte dei tempi.
euronews: Santiago Calatrava come restitutire quel senso di sacralità ai luoghi e quindi alla vita?
Santiago Calatrava:
L’architettura secondo Vitruvio, aveva tre qualità: utilitas, venustas et firmitas. Per firmitas si intendeva dire perennitas, permanenza nel tempo. Il nostro intimo è fortemente influenzato dalla visione biblica, secondo cui c‘è qualcosa di divino in ciascuno di noi. Questo vuol dire che crediamo che in ciscuna persona ci sia qualcosa di speciale, di sacro, di divino. Questo qualcosa illumina il nostro modo di intendere l’architettura. Che non è uno strumento fine a se stesso ma diventa il mezzo per trasmettere la memoria di un’epoca.
Oggi purtroppo accade sempre più spesso di associare l’architettura a concetti di tipo economico-finanziari. Si tende a fare questo tipo di ragionamento: il tempo per ammortizzare un investimento deve corrispondere al guadagno che avrei se mettessi questo denaro in banca.
È ridicolo, limitante: le opere ci sopravvivono.
euronews:
Ai Paesi che usano il volano dell’edilizia per dar fiato all’economia cosa si sente di dire.
Santiago Calatrava:
Penso che in un periodo di crisi una misura da prendere sia quella di costruire infrastrutture, nuove, moderne. È un’occasione unica per portare queste infrastrutture nelle zone meno sviluppate.
Come è accaduto in Spagna, dove la prima linea ferroviaria a alta velocità non è stata costruita per collegare Madrid e BArcellona, ma MAdrid e Siviglia. Questo pproprio per evitare che le regioni del mezzogiorno, le meno sviluppate rimanessero ai margini del Paese. Bisogna continuare in questa direzione.
euronews:
Le grandi opere, il mose a Venezia, il ponte sullo stertto di Messina, per esempio, sono contestatissime. Lei cosa ne pensa?
Santiago Calatrava:
Sono favorevole ma sottolinierei due cose. Oggi non si è più nella situazione in cui si era 30, 40 anni fa. Oggi bisogna fare opere esteticamente più belle, dall’impatto ambientale controllato. Il costo di queste infrastrutture penso sia niente di fronte ai milioni, miliardi, migliaia di miliardi che sono iniettati nell’economia per dare ossigeno a un’economia di carta, puramente amministrativa. Oggi gli stati stanno rifinanziando le banche. Cosa ci resterà di quest’operazione? Nient’altro che la possibilità, forse, di chiedere nuovi prestiti.
Per contro costruire un ponte, costruire un’autostrada, una linea ferroviaria a alta velocità, ci permette di dare un servizio ai cittadini che resta nel tempo…..E costa molto meno.
(Santiago Calatrava vive tra gli Stati Uniti e l’Europa. A New York lavora alla realizzazione del World Trade Center Transportation Hub.)
euronews:
Santiago Calatrava lei è per un’Europa fortezza o per un’Europa dei ponti multiculturali?
Santiago Calatrava:
Non c‘è nessun dubbio che sono per un’Europa dei ponti, d’altra parte è quello che faccio. La Storia dell’Europa è il risultato di legami, ponti; dagli antichi ordini fino all’università. Per me l’istituzione più importante in Europa è l’Università, che racchiude in concetto di incontro e interscambio.
euronews:
È più facile essere architetto in Europa o negli Stati Uniti?
Santiago Calatrava:
In Europa viviamo in una sorta di mix architettonico, ci sono cattedrali romaniche in cui possiamo trovare fondamenta che risalgono all’epoca romana, possiamo avere una parte gotica. Se ci spostiamo in un’altra parte delal città si ha lo stile proprio del rinascimento o quello barocco. Viviamo tra i secoli qui in Europa.
Quella statunitense è una cultura più contemporanea, del nostro tempo.
euronews:
Ground Zero, l’attaque du 11 septembre: un attacco contro la persona e contro un simbolo dell’architettura newyorkese. Cosa le ha lasciato dentro?
Santiago Calatrava:
L’uomo è al centro dell’archietettura. Se pensiamo a questi grattacieli come una sorta di container che sono stati attaccati da altri container, in cui c’erano altre persone, ciò che se ne deduce è un grande disprezzo per il genere umano. Il solo modo di curarlo è con un grande amore, con grande generosità e fede nella nostra visione della vita.
In cui ci deve essere un grande rispetto per gli altri. Rispetto esaltato dall’architettura, che tramanda la memoria. Guarda il VIDEO
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