David Fisher e le torri rotanti



Una sfida all'architettura tradizionale, una rivoluzione che, se realizzata, porrebbe fine al concetto stesso di immobile che è alla base di ogni costruzione. È l'idea-progetto di David Fisher, architetto italo-israeliano residente a Firenze, che ha disegnato la prima "Rotating Tower", una torre rotante che, a suo stesso avviso, sarebbe l'inizio di una nuova era. Il suo concept di architettura si distacca infatti completamente da quella contemporanea e dalla stessa avanguardia rappresentata oggi da grandi maestri. Basti citare il design organico di Santiago Calatrava i cui lavori sono spesso ispirati alle forme e alle strutture presenti in natura, o la concretezza e l'attenzione ai problemi di una città di Massimiliano Fuksas che con la sua "meno estetica più etica" intende sottolineare la necessità di trasformare l'ambito formale in un contesto dai forti valori, in cui la forma non può risultare completamente avulsa dall'attualità.
ancora l'architettura higt-tech di Renzo Piano che vede nel Centre Pompidou una delle opere paradigmatiche, nella quale gli aspetti tecnici e strutturali delineano i canoni di una nuova estetica, più aperta alle innovazioni tecnologiche e che porta di fatto ad un superamento della costante e dannosa dicotomia tra architetti ed ingegneri. Ecco, il progetto di Fisher, almeno sulla carta, è tutt'altra cosa e fa della dinamicità il suo punto di forza. La torre infatti progettata dall'architetto italo-israeliano è in movimento; ogni piano ruota in modo indipendente dagli altri, creando un edificio dalle forme sempre diverse. Sarà possibile orientare il proprio appartamento secondo i momenti della giornata, in relazione alle stagioni o semplicemente secondo il proprio piacere attraverso un comando vocale. Cose da non credere! Nella sua filosofia progettuale alle tre dimensioni tradizionali se ne aggiunge una quarta, il tempo. Lui stesso descrive la sua Rotating Tower come "progettata dalla vita, forgiata dal tempo".
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