Architetto Gregotti, le piace l´idea di andare a passeggiare in piazza Duomo con le scarpe da trekking?
«L´idea di far diventare Milano più verde mi sembra bellissima, ma l´unico posto dove non vanno piantati degli alberi è la piazza del Duomo».
Vittorio Gregotti, uno dei massimi esponenti italiani dell´architettura contemporanea, uno che è ben più di un «archistar» perché la sua non è una fama recente né effimera, una firma rigorosa che ha sempre sfuggito le mode, sorride. È nel suo studio dalle parti di via San Vittore, immerso in mille progetti, e fa un po´ fatica a ragionare sull´ultima trovata che racconta il centro della città trasformato in un bosco. Quasi non ci crede. Ma se proprio deve rispondere facendo finta che si tratti di un progetto reale e non di una boutade, allora è categorico: no, non gli piace per niente. Anzi: gli sembra una cretinata.
«Quella piazza è storicamente consolidata con una struttura diversa: è il luogo deputato ad accogliere grandi eventi pubblici come assemblee, manifestazioni, comizi. Ed è così da un secolo e mezzo. Lì c´è la chiesa più importante della città... non è possibile trasformare quello spazio in un parco, significherebbe contraddire il suo carattere strutturale. Se l´idea è di piantare tre, quattro alberi negli angoli, allora è un altro discorso».
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«L´idea di far diventare Milano più verde mi sembra bellissima, ma l´unico posto dove non vanno piantati degli alberi è la piazza del Duomo».
Vittorio Gregotti, uno dei massimi esponenti italiani dell´architettura contemporanea, uno che è ben più di un «archistar» perché la sua non è una fama recente né effimera, una firma rigorosa che ha sempre sfuggito le mode, sorride. È nel suo studio dalle parti di via San Vittore, immerso in mille progetti, e fa un po´ fatica a ragionare sull´ultima trovata che racconta il centro della città trasformato in un bosco. Quasi non ci crede. Ma se proprio deve rispondere facendo finta che si tratti di un progetto reale e non di una boutade, allora è categorico: no, non gli piace per niente. Anzi: gli sembra una cretinata.
«Quella piazza è storicamente consolidata con una struttura diversa: è il luogo deputato ad accogliere grandi eventi pubblici come assemblee, manifestazioni, comizi. Ed è così da un secolo e mezzo. Lì c´è la chiesa più importante della città... non è possibile trasformare quello spazio in un parco, significherebbe contraddire il suo carattere strutturale. Se l´idea è di piantare tre, quattro alberi negli angoli, allora è un altro discorso».
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