Il Mattatoio e il Campo Boario, un monumento di archeologia industriale
Il complesso del Mattatoio è ubicato nel quartiere Testaccio a ridosso delle mura Aureliane tra il monte dei Cocci, l'antico mons Testaceum, e il Tevere. Viene realizzato in appena tre anni tra il 1888 e il 1891 su progetto di Gioacchino Ersoch, architetto emerito del Comune di Roma già allievo del Valadier.
Restauro e nuovi segni
Il progetto sperimenta il limite estremo della modificazione del patrimonio esistente, sintetizzando tutta l'innovazione possibile in rapporto al contesto storico e alla specificità del sito e dei manufatti. Per il mercato dell'agricoltura biologica e del commercio equo e solidale, per gli sportelli della finanza etica, del turismo responsabile o della comunicazione aperta, per il centro di documentazione ma anche per il bio-bar e il bio-ristorante, il progetto inventa uno spazio del tutto nuovo a partire dalle ossature derelitte degli antichi ricoveri degli animali.
Il lungo portico di Ersoch sulle tipiche colonnine in ghisa, le pensiline antistanti della fine degli anni Venti, lo spazio interstiziale e l'adiacente edificio delle Pese, divengono campo e materiali di progetto. La risposta progettuale alla domanda di oltre tremila metri quadrati, specializzati ma flessibili, è la copertura del distacco tra portico e pensiline con una nuova struttura in acciaio che traduce le tettoie e il vuoto intermedio in un originale spazio coperto, delimitato da un perimetro prevalentemente vetrato.
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Il complesso del Mattatoio è ubicato nel quartiere Testaccio a ridosso delle mura Aureliane tra il monte dei Cocci, l'antico mons Testaceum, e il Tevere. Viene realizzato in appena tre anni tra il 1888 e il 1891 su progetto di Gioacchino Ersoch, architetto emerito del Comune di Roma già allievo del Valadier.
Restauro e nuovi segni
Il progetto sperimenta il limite estremo della modificazione del patrimonio esistente, sintetizzando tutta l'innovazione possibile in rapporto al contesto storico e alla specificità del sito e dei manufatti. Per il mercato dell'agricoltura biologica e del commercio equo e solidale, per gli sportelli della finanza etica, del turismo responsabile o della comunicazione aperta, per il centro di documentazione ma anche per il bio-bar e il bio-ristorante, il progetto inventa uno spazio del tutto nuovo a partire dalle ossature derelitte degli antichi ricoveri degli animali.
Il lungo portico di Ersoch sulle tipiche colonnine in ghisa, le pensiline antistanti della fine degli anni Venti, lo spazio interstiziale e l'adiacente edificio delle Pese, divengono campo e materiali di progetto. La risposta progettuale alla domanda di oltre tremila metri quadrati, specializzati ma flessibili, è la copertura del distacco tra portico e pensiline con una nuova struttura in acciaio che traduce le tettoie e il vuoto intermedio in un originale spazio coperto, delimitato da un perimetro prevalentemente vetrato.
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