VENEZIA (18 ottobre) - C'è Belluno in testa alla classifica nazionale dei comuni virtuosi per il loro stato di salute ambientale: sul podio poi Verbania e Parma, mentre la maglia nera va a Palermo, Crotone e Catania, che occupano gli ultimi tre posti. E se Milano soffre per la qualità dell'aria, Palermo, Napoli e Roma devono gestire una "emergenza ambiente".
È quanto emerge dai dati della 17esima edizione di"Ecosistema urbano", annuale ricerca diLegambiente, Ambiente Italia e Sole 24Ore, presentato in Palazzo Vecchio a Firenze. Oltre ai riconoscimenti per le città prime in classifica, anche una menzione speciale per L'Aquila. Belluno, seconda nel 2009, quest'anno spicca su tutti per qualità dell'aria, raccolta differenziata, numero di passeggeri del trasporto pubblico locale. Nella "top ten", dopo le tre sul podio, ci sono Trento, Bolzano, Siena, La Spezia, Pordenone, Bologna e Livorno. Ma non tutte le città del Nordest sono nella parte alta della classifica: oltre a Belluno, che riconquista il primato dopo un anno di purgatorio, c'è Venezia (15esima), mentre sotto la media nazionale c'è quasi tutto il resto del Veneto: Verona (60esima), Padova (62esima), Rovigo (65esima), Treviso (69esima) e Vicenza (73esima). Per quanto riguarda le altre province del Friuli Venezia Giulia, Gorizia è 13esima, Udine è trentesima e Trieste 41esima.
Nel dossier si denuncia che nelle grandi città "è di nuovo allarme ambientale": con l'unica eccezione di Torino, infatti, tutti i centri urbani con più di mezzo milione di abitanti vedono peggiorare il loro stato di salute. A Milano, si spiega, "tira veramente una pessima aria", in particolare per le concentrazioni di ozono: 60 giorni di superamento, mentre erano 41 l'anno precedente.
E se Napoli e Palermo soccombono sotto i cumuli di rifiuti abbandonati nelle strade, incapaci di intraprendere un sistema di raccolta differenziata efficace, a Roma i cittadini patiscono gli effetti dannosi di una "mobilità scriteriata, con centro e periferie invase dalle auto private". Nello studio si evidenzia che i "grandi centri sono in caduta libera" (tranne Torino, appunto, passato dalla 77esima alla 74esima posizione): Genova è 32esima (era 22esima lo scorso anno), Milano 63esima (era 46esima), Roma 75esima (era 62esima), Napoli 96esima (era 89esima), Palermo 101esima (era 90esima). In fondo alla classifica c'è un predominio delle città del mezzogiorno: tra gli ultimi 20 comuni solo la ligure Imperia (93esima) rimane a rappresentare il settentrione.
"Ecosistema urbano" realizza ogni anno la classifica attraverso questionari rivolti ai 103 comuni capoluogo di provincia e sulla base di informazioni basate su 125 parametri ambientali (tra gli indicatori, ad esempio, pm10, rete idrica, aree verdi, consumi elettrici domestici, rifiuti) per un totale di oltre 125 mila dati riferiti all'anno 2009. Nel complesso, nei comuni presi in esame, emergono difficoltà per isole pedonali, zone a traffico limitato, depurazione delle acque reflue, trasporto pubblico (ma crescono le immatricolazioni di automobili). In crescita, invece, ci sono la raccolta differenziata e la diffusione delle energie rinnovabili. I movimenti in classifica più visibili (in positivo e in negativo) riguardano i capoluoghi più piccoli del Belpaese. Balzano in avanti Oristano (dalla 74esima alla 22esima), Avellino (dall'80esima alla 29esima), Sondrio (dalla 73esima alla 35esima).
«La vera emergenza nelle nostre città - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - è rappresentata spesso dalla scarsa lungimiranza, dalla mancanza di coraggio e di modernità da parte di chi le governa. Perché se è vero che lo Stato investe pochissimo nelle infrastrutture per il trasporto pubblico urbano, questo non può diventare l'alibi per l'immobilismo delle grandi città».
È quanto emerge dai dati della 17esima edizione di"Ecosistema urbano", annuale ricerca diLegambiente, Ambiente Italia e Sole 24Ore, presentato in Palazzo Vecchio a Firenze. Oltre ai riconoscimenti per le città prime in classifica, anche una menzione speciale per L'Aquila. Belluno, seconda nel 2009, quest'anno spicca su tutti per qualità dell'aria, raccolta differenziata, numero di passeggeri del trasporto pubblico locale. Nella "top ten", dopo le tre sul podio, ci sono Trento, Bolzano, Siena, La Spezia, Pordenone, Bologna e Livorno. Ma non tutte le città del Nordest sono nella parte alta della classifica: oltre a Belluno, che riconquista il primato dopo un anno di purgatorio, c'è Venezia (15esima), mentre sotto la media nazionale c'è quasi tutto il resto del Veneto: Verona (60esima), Padova (62esima), Rovigo (65esima), Treviso (69esima) e Vicenza (73esima). Per quanto riguarda le altre province del Friuli Venezia Giulia, Gorizia è 13esima, Udine è trentesima e Trieste 41esima.
Nel dossier si denuncia che nelle grandi città "è di nuovo allarme ambientale": con l'unica eccezione di Torino, infatti, tutti i centri urbani con più di mezzo milione di abitanti vedono peggiorare il loro stato di salute. A Milano, si spiega, "tira veramente una pessima aria", in particolare per le concentrazioni di ozono: 60 giorni di superamento, mentre erano 41 l'anno precedente.
E se Napoli e Palermo soccombono sotto i cumuli di rifiuti abbandonati nelle strade, incapaci di intraprendere un sistema di raccolta differenziata efficace, a Roma i cittadini patiscono gli effetti dannosi di una "mobilità scriteriata, con centro e periferie invase dalle auto private". Nello studio si evidenzia che i "grandi centri sono in caduta libera" (tranne Torino, appunto, passato dalla 77esima alla 74esima posizione): Genova è 32esima (era 22esima lo scorso anno), Milano 63esima (era 46esima), Roma 75esima (era 62esima), Napoli 96esima (era 89esima), Palermo 101esima (era 90esima). In fondo alla classifica c'è un predominio delle città del mezzogiorno: tra gli ultimi 20 comuni solo la ligure Imperia (93esima) rimane a rappresentare il settentrione.
"Ecosistema urbano" realizza ogni anno la classifica attraverso questionari rivolti ai 103 comuni capoluogo di provincia e sulla base di informazioni basate su 125 parametri ambientali (tra gli indicatori, ad esempio, pm10, rete idrica, aree verdi, consumi elettrici domestici, rifiuti) per un totale di oltre 125 mila dati riferiti all'anno 2009. Nel complesso, nei comuni presi in esame, emergono difficoltà per isole pedonali, zone a traffico limitato, depurazione delle acque reflue, trasporto pubblico (ma crescono le immatricolazioni di automobili). In crescita, invece, ci sono la raccolta differenziata e la diffusione delle energie rinnovabili. I movimenti in classifica più visibili (in positivo e in negativo) riguardano i capoluoghi più piccoli del Belpaese. Balzano in avanti Oristano (dalla 74esima alla 22esima), Avellino (dall'80esima alla 29esima), Sondrio (dalla 73esima alla 35esima).
«La vera emergenza nelle nostre città - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - è rappresentata spesso dalla scarsa lungimiranza, dalla mancanza di coraggio e di modernità da parte di chi le governa. Perché se è vero che lo Stato investe pochissimo nelle infrastrutture per il trasporto pubblico urbano, questo non può diventare l'alibi per l'immobilismo delle grandi città».
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