L'espansione lungo le coste pone importanti questioni riguardanti l'esposizione a eventi come alluvioni, tsunami, uragani e altri disastri ambientali
La tumultuosa crescita delle città in tutto il mondo prevista per i prossimi decenni rappresenta un significativo rischio sia per l'uomo sia per l'ambiente globale: è quanto ha concluso una nuova metanalisi pubblicata sulla rivista online ad accesso libero PlosOne.
I ricercatori delle Università di Yale, dell'Arizona State, della Texas A&M e di Stanford, autori dello studio, prevedono che entro il 2030 le aree urbane si espanderanno di circa 1,5 milioni di chilometri quadrati, pari all'incirca alla superficie della Mongolia, per accogliere 1,47 miliardi di persone inurbate.
“Il lato peggiore della faccenda è che le città si svilupperanno probabilmente in aree ad alta biodiversità, come foreste, hotspot biologici, savane e zone costiere, insomma in zone estremamente vulnerabili dal punto di vista ambientale”, ha spiegato Karen Seto, primo autore dell'articolo.
In particolare, hanno notato gli studiosi, l'espansione delle città è stata rapida lungo le coste.
“Il fenomeno pone importanti questioni riguardanti l'esposizione a eventi come alluvioni, tsunami, uragani e altri disastri ambientali”, ha aggiunto la Seto.
Lo studio rappresenta la prima stima di quanto velocemente le aree urbane stiano crescendo a livello globale e di quanto possano crescere in futuro” ha proseguito la ricercatrice. “Sappiamo molte cose sugli schemi globali della crescita mondiale della popolazione, mentre sappiamo molto meno sulla dinamica di crescita delle aree urbane. le variazioni della superficie di territorio associate all'urbanizzazione sono all'origine di molte trasformazioni ambientali, dalla perdita di habitat alla conversione a del terreni agricoli fino ai cambiamenti climatici locali e regionali”.
I ricercatori hanno esaminato studi che hanno utilizzato rilevazioni da satellite per mappare la crescita delle aree urbane dal 1970 al 2000, determinando che essa ammonta a circa 58.000 chilometri quadrati in tale periodo.
“Si tratta di una cifra enorme anche se probabilmente sottostimata”, ha sottolineato la Seto. “Abbiamo trovato che 48 delle aree più popolate sono state studiate utilizzando dati satellitari con risultati pubblicati su riviste peer-review. Ciò significa che stiamo ricostruendo parlando di non più della metà delle più grandi città del mondo”.
Non manca infine un accenno alle dinamiche sociali alla base della crescita delle città: in Cina, per esempio, metà dell'espansione è trainata dalla crescita della classe media, mentre in India e in Africa le dimensioni delle città sono determinate dalla crescita della popolazione in termini assoluti. “L'aumento dei redditi si traduce in una crescente domanda di abitazioni più grandi e terreno per lo sviluppo umano, un fenomeno che ha enormi implicazioni per la conservazione della biodiversità, per la perdita di 'pozzi di assorbimento del carbonio' e per l'utilizzazione dell'energia”. (fc)
Fonte Repubblica.it 22.8.2011
La tumultuosa crescita delle città in tutto il mondo prevista per i prossimi decenni rappresenta un significativo rischio sia per l'uomo sia per l'ambiente globale: è quanto ha concluso una nuova metanalisi pubblicata sulla rivista online ad accesso libero PlosOne.
I ricercatori delle Università di Yale, dell'Arizona State, della Texas A&M e di Stanford, autori dello studio, prevedono che entro il 2030 le aree urbane si espanderanno di circa 1,5 milioni di chilometri quadrati, pari all'incirca alla superficie della Mongolia, per accogliere 1,47 miliardi di persone inurbate.
“Il lato peggiore della faccenda è che le città si svilupperanno probabilmente in aree ad alta biodiversità, come foreste, hotspot biologici, savane e zone costiere, insomma in zone estremamente vulnerabili dal punto di vista ambientale”, ha spiegato Karen Seto, primo autore dell'articolo.
In particolare, hanno notato gli studiosi, l'espansione delle città è stata rapida lungo le coste.
“Il fenomeno pone importanti questioni riguardanti l'esposizione a eventi come alluvioni, tsunami, uragani e altri disastri ambientali”, ha aggiunto la Seto.
Lo studio rappresenta la prima stima di quanto velocemente le aree urbane stiano crescendo a livello globale e di quanto possano crescere in futuro” ha proseguito la ricercatrice. “Sappiamo molte cose sugli schemi globali della crescita mondiale della popolazione, mentre sappiamo molto meno sulla dinamica di crescita delle aree urbane. le variazioni della superficie di territorio associate all'urbanizzazione sono all'origine di molte trasformazioni ambientali, dalla perdita di habitat alla conversione a del terreni agricoli fino ai cambiamenti climatici locali e regionali”.
I ricercatori hanno esaminato studi che hanno utilizzato rilevazioni da satellite per mappare la crescita delle aree urbane dal 1970 al 2000, determinando che essa ammonta a circa 58.000 chilometri quadrati in tale periodo.
“Si tratta di una cifra enorme anche se probabilmente sottostimata”, ha sottolineato la Seto. “Abbiamo trovato che 48 delle aree più popolate sono state studiate utilizzando dati satellitari con risultati pubblicati su riviste peer-review. Ciò significa che stiamo ricostruendo parlando di non più della metà delle più grandi città del mondo”.
Non manca infine un accenno alle dinamiche sociali alla base della crescita delle città: in Cina, per esempio, metà dell'espansione è trainata dalla crescita della classe media, mentre in India e in Africa le dimensioni delle città sono determinate dalla crescita della popolazione in termini assoluti. “L'aumento dei redditi si traduce in una crescente domanda di abitazioni più grandi e terreno per lo sviluppo umano, un fenomeno che ha enormi implicazioni per la conservazione della biodiversità, per la perdita di 'pozzi di assorbimento del carbonio' e per l'utilizzazione dell'energia”. (fc)
Fonte Repubblica.it 22.8.2011
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